Speciale XTerra Malta
3 aprile 2016
La Fatica non esiste.
XTERRA MALTA 2016
Sto correndo. In salita. Il ritmo è lento, i passi corti, fa caldo, il vento, amico e nemico di oggi mi sputa in faccia ridendo. Il sole picchia sulle mie spalle che già bruciano da un po’. Questo è il primo giro e sto accusando la salita. Mollare adesso è da sfigati. È da un anno che ti alleni per Malta e puoi farcela. Segui il percorso e guarda dove metti i piedi. Il terreno è sconnesso. La salita sembra facile. Su con il morale, pensa a Paola, Clem, Talli e Leone che fanno il tifo da casa. E quelli lassù? Stanno correndo? Ma mica dovrò andare là sopra. Vorrei buttarmi per terra. La fatica aumenta, il terreno è difficile, il caldo, le raffiche, le pietre, la sete, il morale è giù. Posso farcela.
Sono le 5, era da un po’ che guardavo il soffitto aspettando la sveglia. Le bici sono in camera con noi e non hanno dormito, da loro dipende tutto. Se spacchi, sei fottuto e lo sanno. Chissà cosa si sono bisbigliate stanotte, mentre noi dormivamo di un sonno leggero e agitato. Mi piace pensare che siano come i giocattoli di Toy Story. E adesso loro sono pronte, come il soldato che sa di andare in battaglia e spera di portare a casa la pelle. Sono nervose e reattive, sentono il profumo della nostra adrenalina e la puzza della nostra paura. Siamo pronti. Click click e si parte. Oggi la fatica non esiste.
Il vento non molla. È talmente forte che ti sposta la bici. Pedalare in salita con il vento contro sembra uno scherzo. Ma ci siamo quasi, ecco la discesa. Apri la forcella e stringi la sella fra le gambe. Il vento in faccia ulula sempre di più. Modalità discesa. Qui io e la mia bici diventiamo una cosa sola. Anzi, quasi io sono d’impiccio. Potrebbe farla lei meglio di me. Invece per oggi guido io, credo… Il terreno è sconnesso, pietre impanate di sabbia. Frenare non serve. Altri amici sono davanti a me, c’è chi rinuncia e va a piedi, bruciandomi il passaggio più bello. Cambio traiettoria. Si fa dura; o smonti anche tu, o passi sui pietroni volandoci sopra. E poi cerchi di frenare. Si fa? Si! Butta giù due marce, un paio di pedalate e poi leggero sulle pietre come se niente fosse. Ora ho paura, sto andando troppo veloce, frena frena frenaaaa. È andata. Sono fuori, gli altri dietro. E adesso pedala. Siamo ancora al primo giro. Brava bici, tu sapevi di farcela, scusa se ho dubitato di noi.
È da stamattina che ci prova. Mi ha sbattuto le onde in faccia e mi ha fatto bere intere golate di acqua salata. Mi ha tormentato in salita e in discesa, non mi ha mollato un attimo. Comunque il vento c’è per tutti, faticate gente. Malta non la conquistate in un giorno, dovete meritarvela.
Le gambe vanno, la fatica è un rumore di fondo, quasi un metronomo senza musica. I pensieri si intrecciano e mi ipnotizzano, un po’ come quando ti sorprendi sotto casa in macchina e ti rendi conto che una parte del tuo cervello ha guidato e l’altra ha “vagato” in pensieri onirici più o meno distinti. Proprio un attimo fa, ho pensato di mollare e adesso sono qui, con il “pilota automatico” che scalo una montagna.
Ed eccola lì la spiaggia, non sono stanco, posso farcela, devo nuotare piano. Coach Vellano me lo ha ripetuto 1000 volte: “dosa la forza, non esagerare”. Oggi la posizione non conta è il mio primo XTerra olimpico e voglio arrivare alla fine. Non mi piace chi arriva al traguardo e si butta per terra, sfatto da una prestazione al di sopra delle sue possibilità. Ammiro quegli atleti che nonostante siano esausti, hanno il sorriso stampato in faccia che manifesta tutta la loro soddisfazione. Io forse arriverò ultimo, chi se ne frega, voglio finire con dignità ed eleganza. Oggi è il mio giorno.
Mi fanno male le mani, sanguinano, il cane che mi è corso dietro mi ha fatto cadere e poi se ne è pure andato.
“Non ce la faccio, ho i crampi!” Non ci posso credere. La persona a cui devo la maggior parte della mia vita sportiva e piegata in due in spiaggia e urla di dolore. Non sarei neanche qui se non fosse per lui. Mi ha rotto talmente i maroni con sto triathlon che ho addirittura imparato a nuotare. E adesso? Lui, il mio miglior amico, con cui ho iniziato, fatto e finito tutte le altre gare; non riesce a muoversi in spiaggia. Mi urla: “Ho i crampi! Cosa faccio!?” Eh, l’ho fatta anch’io sta domanda e nessuno che mi abbia mai dato una risposta intelligente… “Non lo so, ma alzati e andiamo”.
Grazie Vento. Credo di averti odiato oggi, ma oramai sono al secondo giro di corsa e non faccio più fatica, tra poco vedrò il traguardo e non potrai farmi più nulla. Malta scorre sotto i miei piedi, passo dopo passo. I miei pensieri sono altrove, le gambe sanno cosa fare e io sto sorridendo.
Lp